Tanti anni fa...

La storia dell'associazione

Come lo sappiamo...

Durante il 2015 abbiamo chiesto all’ideatore delle prime Mostre di scultura all’aperto, di raccontarci la loro storia.

Edgardo Ratti ha gentilmente acconsentito e a seguire potrete fare un viaggio indietro nel tempo fino al 1968 in compagnia delle sue parole.

Hero Image

”Correva l’anno 1960 e l’allora Circolo di Cultura del Gambarogno stava promuovendo manifestazioni ed eventi culturali e artistici con l’intento di coinvolgere la popolazione della regione, ma non solo.
Questo alfine di arricchire le conoscenze storiche, geografiche, umane e culturali di una lingua di terra che aveva comunque agganci transfrontalieri in una realtà, quella del lago maggiore, che per conformazione si spinge oltre i confini ticinesi.

Così sono nati i vari premi, da quello della pittura che ha coinvolto artisti ticinesi e lombardi, al premio di poesia che ha visto premiata quella che poi diventò una fra le più importanti scrittrici italiane: Alda Merini. Per poi proseguire con il premio di musica organistica che ha dato l’avvio a quello che ora è conosciuto come il Festival Organistico di Magadino al quale partecipano tutt’oggi i più validi organisti del momento, internazionalmente conosciuti, per poi arrivare al premio internazionale di fotografia nel 1966 al quale aderirono fotografi da tutto il mondo.

Il Circolo di cultura seguiva un discorso di carattere regionale ma che tendeva sempre più ad aprirsi oltre i confini del territorio Gambarognese. Ed è appunto questo concetto d’attività ormai collaudata che mi portò, subentrante a Manfredo Patocchi alla presidenza del circolo di cultura, a proporre nel 1968 la prima mostra di scultura che ebbe un grandissimo successo di pubblico e di critica. Senza dilungarmi in particolari posso affermare che per essere stata proposta proprio nell’anno delle contestazioni a livello europeo la stessa ha avuto un eco straordinario oltre i nostri confini assumendo una dimensione veramente nazionale che riempì di soddisfazione noi organizzatori che di fronte all’incognita della prima esperienza in questo particolare ambito, ci rendemmo conto di aver raggiunto un grande traguardo culturale, tanto che subito si pensò ad un’altra edizione che avvenne nel 1976.

Hero Image

Nel frattempo comunque, il Circolo di cultura, confrontato con i soliti problemi finanziari, promosse altre manifestazioni, meno impegnative dal punto di vista finanziario ma non dal profilo culturale; le due scuole dell’affresco a Vira e Sant’Abbondio, un corso di restauro e uno di scultura su legno ad Indemini portando in questo piccolo e troppo dimenticato villaggio gambarognese, una ventata di entusiasmo culturale per lungo periodo durante il quale ci fu un grande e bellissimo rapporto tra la gente contadina del posto e gli artisti presenti.
Così, sullo slancio di questo entusiasmo si arrivò alla seconda edizione di scultura del 1976 che ebbe un successo di pubblico e di critica ancora maggiore del precedente. Vi parteciparono ben 85 scultori da tutte le regioni della Confederazione che diedero vita ad una panoramica dell’arte plastica in Svizzera e ci fu pure una completa presenza generazionale di scultori andando dai 73 anni di Carlo Cotti al più giovane di 24 anni: Luca Marcionelli. E da questa nuova e positiva esperienza è risultato chiaro agli organizzatori che questo discorso sarebbe stato ripetuto. La terza esposizione poté aver luogo, dopo aver trovato i finanziamenti, nel 1982, con la collaborazione della sezione ticino della SPSAS Società pittori scultori e architetti svizzeri, presieduta allora da Pierre Casé. Data la forte partecipazione (ben 114 artisti) fu dislocata in tre comuni della regione: Magadino, Vira e Gerra. L’esperimento si rivelò non del tutto positivo forse anche per una certa dispersione delle opere ma comunque ottima dal profilo culturale e artistico delle opere presenti a conferma del crescente interesse per una manifestazione in ambito Federale.

In seguito venne proposta la Mostra del 1990 interamente dedicata alla pietra, straordinariamente importante grazie anche ai laboratori di scultura dove gli artisti lavoravano la pietra stabilirono un rapporto con il pubblico che ha potuto assistere alla nascita vera e propria di una scultura.
Da questo momento in avanti la mostra ha assunto una scadenza triennale grazie anche alla collaborazione di alcuni sponsor di peso che hanno permesso la continuazione di questo evento culturale anche perché ci si è accorti dell’importanza artistica e culturale di questo evento non solo per il Gambarogno, ma anche per il Canton Ticino e per la Confederazione intera.

Così che nel 1993 fu festeggiato il 25.mo anniversario dalla prima edizione con una mostra, e non poteva essere diversamente, dedicata ai tre artisti che nel 1968 avevano ricevuto il 1°, il 2° ed il 3° premio Luginbühl, Metzler e Rouiller che nel proseguio del loro cammino artistico hanno confermato la scelta fatta dalla Giuria 25 anni prima. Fu un vero successo.
A quella mostra seguì la G’96 presente anche al Castel Grande di Bellinzona e ad Ascona.
Presenti oltre una ventina di artisti provenienti da diciassette paesi diversi, oltre che svizzeri anche altri provenienti dall’Europa, dal Canada, dal Giappone e dagli Stati Uniti d’America a conferma del grande interesse che questa manifestazione ha continuato a suscitare.
Poi ci fu la G’99 che nell’ambito degli scambi culturali sempre presenti nelle finalità degli organizzatori, ha avuto una presenza nella vicina Italia con una mostra di piccole sculture nella città di Piero Chiara: Luino.

A questo punto dopo 30 anni di lavoro io decisi di passare la responsabilità di conduzione delle Mostre ad un personaggio conosciuto nel mondo intero come curatore di mostre: Harald Szeemann che non esitò minimamente, conoscendo la validità delle precedenti Mostre del Gambarogno, ad assumerne la conduzione. Organizzò pertanto quella del 2003 alla quale chiaramente ha dato la sua inimitabile impronta, e fu un successo. Purtroppo, questo grande personaggio della cultura internazionale ci lasciò prematuramente, lasciando in evidenza un vuoto non facilmente colmabile.

Ma la tenacia e l’entusiasmo dei nuovi organizzatori, con alla testa prima Fernando Gaja in seguito Waldis Ratti, seppero degnamente continuare l’opera dei loro predecessori e sotto la nuova denominazione di GambarognoArte hanno dato vita alle mostre del 2005 dedicata interamente all’ideatore delle Mostre stesse ovvero io Edgardo Ratti, a quella interessantissima del 2008 con la partecipazione di 4 artiste che rappresentavano le 4 stirpi nazionali, tedesca, francese, romancia e italiana. Mostra che fu seguita con un particolare interesse.
Per arrivare al 2012 dedicata ad un solo artista svizzero Kurt Laurenz Metzler che, chi ben ricorda fu uno dei premiati del 1968; per cui fu un felice ritorno di un artista che ebbe, da allora, una straordinaria carriera.
E così siamo arrivati al 2015 la cui mostra è dedicata ad un solo scultore ticinese: Ivo Soldini, molto noto anche fuori dai nostri confini e del quale avremo modo di parlare a mostra chiusa.”

Hero Image
Image

L'edizione del 2015 è stata un successo, richiamando numerosi appassionati d'arte sulle rive del Verbano.
Con le sue imponenti figure in resina, Ivo Soldini ha dato vita ad un mondo alternativo per le viuzze di Vira.

Dopo settimane di preparativi, il risultato è stato da perdere il fiato.

L'esposizione del 2018 è stata invece l'ultima, per ora, e ha voluto riproporre molti artisti che sono passati da qui nei 50 anni di Mostre d'arte a Vira Gambarogno
Image
Image


Sul nostro profilo YouTube è possibile vedere la cerimonia di inaugurazione della mostra del 2018 ed anche dei brevi video sulle vecchie esposizioni.